[1266,1] Nel terzo luogo, la lingua primitiva, dovette
immancabilmente servirsi delle stesse parole per significare diversissime cose,
scarseggiando di radici, e mancando o scarseggiando d'inflessioni, di derivati,
di composti ec. La lingua ebraica, l'una delle lingue scritte più rozze, e
lingua antichissima, serve di prova di fatto a questo ch'io dico, e che è chiaro
abbastanza per la natura delle cose. Ora i diversi popoli nella formazione
progressiva delle lingue, trovando qual per un verso, qual per un altro, il modo
di significar le cose più distintamente, conservarono alle loro prime parole
radicali dove uno
1267 dove un altro de' sensi che
ebbero da principio, o fossero propri, o traslati. Così che non è da far
maraviglia se bene spesso in diversissime lingue si trovano tali e tali radici
uniformi o somiglianti nel suono, ma disparatissime nel significato. Nè la
disparità del significato è ragion sufficiente per decidere che non hanno fra
loro alcuna affinità. Ci vuole il senno {e la
sottigliezza} del filosofo, e la vasta erudizione e perizia del
filologo, dell'archeologo, del poliglotto, per esaminare se e come quella tal
radice potesse da principio riunire quei due o più significati diversi. {+Chi non vede p. e. che wolf, voce che in inglese e in tedesco
significa lupo, è la stessa che volpes o vulpes, che
significa un altro quadrupede {pur} selvatico,
e dannoso agli uomini?} Frattanto la detta osservazione
dimostra la immensa differenza che appoco {appoco}
dovette nascere fra le varie lingue, e l'infinita oscurazione {che ne dovette seguire} del linguaggio primitivo e
comune una volta, ma già non più intelligibile nè riconoscibile. {{(V. la p. 2007.
principio.)}}
2005,1