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[1270,2]  Aggiungete un'osservazione che cresce forza all'argomento. L'invenzione dell'alfabeto è sì maravigliosa e difficile, che è ben verisimile, che quel primo alfabeto che fu inventato passasse dalla nazione e dalla lingua che l'inventò, a tutte o quasi tutte le altre; e quindi o tutti o quasi tutti gli alfabeti derivino da un {solo} alfabeto primitivo. Quello ch'è certo e costante {si} è che l'alfabeto {Fenicio, il} Samaritano, l'Ebraico, il Greco, l'arcadico, il pelasgo, l'Etrusco, il latino, il Copto, senza  1271 parlare di non pochi altri {(come il Mesogotico, il Gotico, e il tedesco, l'Anglosassone, il russo)} dimostrano evidentemente l'unità della loro comune origine. {+Or quali lingue più disparate che p. e. l'ebraica e la latina? (Pur ebbero, come vediamo, lo stesso alfabeto in principio.) Tanto che Sir W. Jones il quale fa derivare da una stessa origine le lingue, e le religioni popolari della prima razza de' Persiani e degli Indiani, dei Romani, dei Greci, {dei Goti,} degli antichi Egizi o Etiopi, tiene per fermo che gli Ebrei, gli Arabi, gli Assirii, ossia la 2da razza Persiana, i popoli che adoperavano il Siriaco, ed una numerosa tribù d'Abissinii, parlassero tutti un altro dialetto primitivo, diverso affatto dall'idioma pocanzi menzionato, * cioè di quegli altri popoli.} Così che, eccetto quella prima nazione, dove fu ritrovato l'alfabeto, in qualunque modo ciò fosse, tutte le altre, o tutte quelle che immediatamente o mediatamente lo ricevettero da lei, scrissero con alfabeto forestiero. Ed essendo infinita in tante nazioni la varietà de' suoni ec. ec. vedete che immense alterazioni dovè ricevere ciascuna lingua nell'essere applicata a un solo alfabeto, per lei più o meno, e bene spesso estremamente forestiero. {{V. p. 2012. 2619.}}