[1354,1]
1354 Da queste osservazioni deducete che siccome le
circostanze presenti sì favorevoli alla riflessione, e alla investigazione degli
astratti, non sono naturali, così la natura aveva ben provveduto anche allo
stato sociale dell'uomo, anche a quelle verità che dovevano giovare a questo
stato, e servirgli di base; verità ben note agli antichi, tanto meno profondi di
noi. Che giovano finalmente le verità astratte, quando anche in un eccesso di
metafisica, la mente umana non si smarrisse? Quanto erano più utili quelle
verità che io stabiliva circa la politica ec. di queste più metafisiche, alle
quali ora mi porta l'avanzamento, e il naturale andamento e assottigliamento
successivo del mio intelletto! Così che si può dire che la filosofia (intendendo
la morale ch'è la più, e forse la sola utile) era, quanto all'utilità, già
perfetta al tempo di Socrate che fu il primo filosofo delle nazioni ben conosciute; o
vogliamo dire al tempo di Salomone. Ed
ora benchè tanto avanzata, non è più perfetta, anzi meno, perchè soverchia, e
quindi corrotta anch'essa, corrotta anche la ragione, come la civiltà e la
natura.
1355 Corrotta, dico, per eccesso, come queste
ec. Giacchè la perfezione o imperfezione e corruzione, si deve misurare dal fine
di ciascheduna cosa, e non già assolutamente. (20. Luglio
1821.).