[1383,3] Dal sopraddetto si vede che la proprietà della
memoria non è propriamente di richiamare, il che è impossibile, trattandosi di
cose poste fuori
1384 di lei e della sua forza, ma di
contraffare, rappresentare, imitare, il che non dipende dalle cose, ma
dall'assuefazione alle cose e impressioni loro, cioè alle sensazioni, ed è
proprio anche degli altri organi nel loro genere. E le ricordanze non sono
richiami, ma imitazioni, o ripetizioni delle sensazioni, mediante
l'assuefazione. Similmente (e notate) si può discorrere delle idee. Questa
osservazione rischiara assai la natura della memoria, che molti impossibilmente
hanno fatto consistere in una forza di dipingere, o ricevere le impressioni stabili di ciascuna sensazione o
immagine ec. laddove l'impressione non è stabile, nè può. E v. in tal proposito
quello che altrove pp. 183-84 ho detto delle immagini visibili delle cose,
che senza volontà nè studio della memoria, ci si presentano la sera, chiudendo
gli occhi ec. Effetto puro dell'assuefazione degli organi a quelle sensazioni e
non già di una continuazione di esse. (24. Luglio 1821.).
Sensazioni, immagini e pensieri che si provano senza alcuna
operazione nè degli oggetti esterni nè della volontà.183,4