[1482,1] Queste osservazioni spiegano il perchè sia sempre
maravigliosa, e caratteristica negli antichi scrittori la proprietà della
favella. Ciò non avviene di gran lunga perch'essi fossero più diligenti. Chi può
pur paragonare la diligenza de' nostri tempi in qualunque genere, con quella
degli antichi? L'esattezza e la minutezza non era propria de' tempi antichi,
bensì precisamente de' moderni, per le stesse ragioni per cui non è propria di
questi la grandezza, ch'era propria di quelli. {Anche}
In ogni cosa appartenente a lingua o stile, i diligenti scrittori moderni, ed
anche i mediocri la vincono in esattezza sopra i più diligenti scrittori
antichi. Basta conoscerli bene per avvedersene. V. la mia lett. sull'Eusebio del Mai,
nell'osservazione segnata XVI. 23. 71. 23. Recherò fra i moltissimi esempi che
si potrebbero, una nota che fa un Traduttore francese alla Catilinaria di Sallustio, solamente per dar meglio ad
intendere il mio pensiero. (Dureau-Delamalle, Oeuvres de Salluste. Traduction nouvelle. Note 45. sur la Conjurat. de Catilina à
Paris 1808. t. 1. p. 213.) Les bons écrivains de l'antiquité
1483 n'avaient pas, il s'en faut, nos
petits scrupules minutieux sur ces répétitions des mêmes mots,
surtout lorsque la différence de cas en mettait dans la terminaison,
comme dans ce passage-ci, où l'on voit
magnae copiae
après
magnas copias.
*
Parla di quel
luogo (Sall.
Bell. Catilinar. c. 59. {al. 56.}) Sperabat
propediem magnas copias se habiturum, si
Romae socii incepta patravissent: interea
servitia repudiabat, cuius initio ad eum magnae copiae
concurrebant.
*