[1570,1]
1570 La nostra civiltà, che noi chiamiamo perfezione
essenzialmente dovuta all'uomo, è manifestamente accidentale, sì nel modo con
cui s'è conseguita, sì nella sua qualità. Quanto al modo, l'ho già mostrato
altrove pp. 830-38.
Quanto alla qualità, essendo l'uomo diversissimamente conformabile, e potendo
modificarsi in milioni di guise dopo che s'è allontanato dalla condizione
primitiva, egli non è tale qual è oggi, se non a caso, e in diverso caso, poteva
esser diversissimo. E questo genere di pretesa perfezione a cui siam giunti o
vicini, è una delle diecimila diversissime condizioni a cui potevamo ridurci, e
che avremmo pur chiamate perfezioni. Consideriamo le storie, e le fonti del
nostro stato presente, e vediamo quale infinita combinazione di cause e
circostanze differentissime ci abbia voluto a divenir quali siamo. La mancanza
delle quali cause o combinazioni ec. in altre parti del globo, fa che gli uomini
o restino senza civiltà, e poco lontani dallo stato primitivo, o siano civili
(cioè perfetti) in diversissimo modo, come i Chinesi. Dunque è manifesto che la
nostra civiltà, che si crede essenzialmente appartenerci, non è stata
1571 opera della natura, non conseguenza necessaria e
{primordialmente} preveduta delle disposizioni da
lei prese circa la specie umana (e tale dovrebb'essere, s'ella fosse
perfezione), ma del caso. In maniera che, per così dire, neppur la natura
formando l'uomo, poteva indovinare, non dico ciò che fosse per divenire, ma come
potesse e dovesse divenir perfetto, e in che cosa consistesse la sua perfezione,
ch'è pur lo scopo e l'integrità di quell'esistenza ch'ella stessa gli dava e
formava. Non sapeva dunque che cosa ella si formasse, giacchè gli esseri e {le cose tutte} non vanno considerate, nè si può giudicar
di loro, e della loro qualità ec. se non se nello stato di perfezione. Or com'è
possibile che la natura la quale ha fatto ogni cosa perfetta, (nè poteva
altrimenti) non abbia nè assegnato verun genere di perfezione alla sua principal
creatura, nè disposto le cose in modo che l'uomo dovesse necessariamente
conseguire questa perfezione, cioè la pienezza e il vero modo del suo essere? e
che gli abbia detto; la perfezione, cioè l'esistenza intera, l'esistenza che
ti conviene, il modo in cui devi essere, la forma e la natura tua propria,
te la darà
1572 il caso come, e quando, e se vorrà,
e quanto vorrà, cioè in quel grado e in quei luoghi che vorrà, e quale
vorrà?
(27 Agos. 1821.).
Caso. Scoperte, civilizzazione ec. dovute al caso.Chinesi, loro lingua, costumi, musica, letteratura ec.
ec.Civiltà europea, poteva esser tutt'altra da quella che è e
fu, siccome è tutt'altra la civiltà chinese ec.Perfettibilità o Perfezione umana.