[1729,2] Si suol dire che lo spirito umano deve assaissimo,
anzi soprattutto, ai geni straordinari e discopritori che s'innalzano di tanto
in tanto. Io credo ch'egli debba loro assai poco, e che i progressi dello
spirito umano siano opera principalmente degl'ingegni mediocri. Uno spirito
raro,
1730 ricevuti che ha da' suoi contemporanei i
lumi propri dell'età sua, si spinge innanzi e fa dieci passi nella carriera. Il
mondo ride, lo perseguita a un bisogno, e lo scomunica, nè si muove dal suo
posto, o vogliamo dire, non accelera la sua marcia. Intanto gli spiriti
mediocri, parte aiutati dalle scoperte di quel grande, ma più di tutto pel
naturale andamento delle cose, e per forza delle proprie meditazioni, fanno un
mezzo passo. Altri ripetono le verità da loro insegnate, siccome poco discordi
dalle già ricevute, e facilmente ammissibili. Il mondo sì per questa ragione, sì
per forza dell'esempio di molti, li segue. I loro successori fanno un altro
mezzo passo con eguale fortuna. Così di mano in mano, finchè si arriva a
compiere il decimo passo, e a trovarsi nel punto dove quel grande spirito si
trovò tanto tempo prima. Ma egli o è già dimenticato, o l'opinione prevalsa
intorno a lui dura ancora, o finalmente il mondo non gli rende alcuna giustizia,
perch'egli si trova già sapere tutto ciò che quegli seppe, ne fu istruito per
altro mezzo, e non crede
1731 di dovergli nulla, come
poco infatti gli deve. Così la sua gloria si ridurrà ad una sterile ammirazione,
e ad un passeggero elogio che ne farà qualche altro spirito profondo, che
consideri com'egli fosse andato innanzi allo spirito umano nella sua carriera.
Elogi e considerazioni di poco effetto, perchè il mondo si trova già uguale a
lui, ben presto se gli troverà superiore, e lo è forse anche presentemente,
perchè il tempo ha ben avuto luogo di meglio sviluppare e confermare le sue
dottrine. Or quale ammirazione verso gli uguali o gl'inferiori?