[1783,1] Quelli che (come si dice) non hanno orecchio, non
sono persone incapaci di distinguere l'armonico dal disarmonico ec. (questo
farebbe contro voi altri), ma persone a quali l'orecchio è poco suscettibile, e
quindi l'animo poco disposto ad esser mosso o affetto da' suoni e voci del
canto, siccome coloro che hanno poco odorato, poco gusto ec. Il loro giudizio
non pecca sul piacevole o non piacevole di un odore o di un cibo, e quindi non è
falso, ma bensì il loro organo pecca d'insuscettibilità. Questa osservazione
dimostra come l'essenziale piacere della musica derivi dal suono e canto
propriamente considerato, e indipendente dall'armonia, la quale mediante
l'assuefazione (o secondo voi,
1784 mediante un senso
universale ed innato) tutti sono capaci presto o tardi di distinguere
esattamente da quella che si considera da' suoi compagni come disarmonia. Ed è
certo che l'uomo di peggiore orecchio, arriva benissimo a questo effetto,
mediante lo studio, e può anche divenir sommo compositore o esecutore, nè perciò
migliora l'orecchio suo; segno che il senso {e
l'effetto} della musica si divide in due, l'uno derivante
dall'armonia, l'altro dal puro suono. Ma perchè questo è il principale, però
l'uomo il più intendente dell'armonia sì musicale che qualunque, se ha cattivo,
cioè non suscettibile, orecchio, non può essere se non mediocremente dilettato
dalla musica.