[1784,1] Di questi due effetti della musica, l'uno cioè
quello dell'armonia è ordinario per se stesso, cioè qual è quello di tutte le
altre convenienze. L'altro, cioè del
suono o canto per se stesso, è straordinario, deriva da particolare e innata
disposizione della macchina umana, ma non
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appartiene al bello. Questa stessissima distinzione si dee fare nell'effetto che
produce sull'uomo la beltà umana o femminina ec. e la teoria di questa beltà può
dare e ricevere vivissimo lume dalla teoria della musica. L'armonia nella
musica, come la convenienza nelle forme umane, produce realmente un vivissimo e
straordinario e naturalissimo effetto, ma solo in virtù del mezzo per cui essa
giunge a' nostri sensi (cioè suono o canto, e forma umana), o vogliamo dire del
soggetto in cui essa armonia e convenienza si percepisce. Tolto questo soggetto,
l'armonia e convenienza isolata, o applicata a qualunque altro soggetto, non fa
più di gran lunga la stessa impressione. Bensì ella è necessaria perchè quel
soggetto faccia un'impressione assolutamente, pienamente, e durevolmente
piacevole. Così si dimostra che quanto vi ha d'innato, naturale, e universale
nell'effetto della bellezza musicale ed umana, non appartiene alla bellezza, ma
1786 al puro piacere, o all'inclinazione e natura
dell'uomo che produce questo, come cento altri maggiori o minori piaceri,
generali o individuali, che nessuno confonde col bello.