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[2057,2]  La lingua latina, riconosciuta per buona, legittima, e propria della letteratura, non fu mai, sinch'ella si mantenne nella sua primitiva forma, e quando ella fu applicata alla  2058 letteratura, altro che la romana, cioè quella di una sola città. Or quando l'arbitra della lingua è una sola città, per vasta, popolosa, e abitata {o frequentata} ch'ella sia da diversissime qualità di popolo, e di nazioni, la lingua prende sempre una indole determinata, circoscritta, ristretta a limiti più o meno estesi, ma che sempre son limiti certi e riconosciuti; la lingua si uniforma, si equilibra, per tutti i versi, e perde necessariamente quel carattere di notabile e decisa libertà ch'è proprio delle lingue antiche formate o no, e di tutte le lingue non ancora o non bene formate. La formazione di una lingua e di una letteratura, in tal circostanza, introduce sempre in esse una grande uniformità; siccome accade in Francia, dove Parigi, ch'è pur il centro di tutta la vasta nazione, e sì frequentata da forestieri d'ogni parte d'europa, essendo però l'arbitra siccome de' costumi, così della lingua e della letteratura nazionale, le dà quella uniformità  2059 medesima, quella circoscrizione, quella limitazione, quella servitù che dà allo {{spirito, e a}} tutte le altre parti della società, e che nè queste nè quelle sicuramente avrebbero mai avute, senza la somma influenza di una vasta capitale sull'intera nazione. {{V. p. 2120.}}

2120,12120,1europaFranceParigi