[2100,1] Anche la lingua italiana quando si stava formando,
(sebbene anche poscia ha sortito un'indole liberissima) nondimeno manifestava
allora quell'eccessiva libertà, adattabilità, onnipotenza ch'è propria di tutte
le lingue in tal epoca. E parimente andava soggetta a quei difetti che nascono
da tali qualità; onde nello stesso cinquecento, quando si stava perfezionando la
lingua italiana, essa rassomigliava nel Guicciardini al tedesco quanto all'oscurità e confusione che deriva
dall'abuso della potenza che avea la nostra lingua di abbracciare con un solo
periodo un'infinità di sentenze,
2101 di concatenare
insieme mille pensieri; di chiudere un ragionamento, un discorso intero, un
intero sistema o circuito d'idee, in un solo periodo. (qualità che la Staël nota più volte e rimprovera nel
tedesco) Parimente si rassomigliava esteriormente al tedesco nell'abuso delle
inversioni, delle figure, di tutte le facoltà non logiche che può possedere una
lingua, e che la nostra infatti possedeva.