[2248,1] Osservate ancora che au,
il quale non è uno de' dittonghi latini, e si pronunzia sciolto (almeno così
fanno gl'italiani, e insegnano gli antichi gramatici, o lo mostrano quando
2249 non lo contano fra' dittonghi chiusi), tuttavia
forma sempre una sola sillaba. {V. p. 2350.
fine.}
Suadeo, suesco ec. credo che
li troveremo talvolta ne' poeti, massime ne' più antichi, in modo che sua sue siano computate per una sillaba ciascuna.
{+Così è infatti assai spesso. V. il marg. della p. seg.
Suadeo ha la seconda lunga. Però in Virg.
Ecl. 1. v. 56.
En. 2. v. 9. ec.
suadebit, suadentque sono trisillabi. V. la Regia Parnasi in
Suadeo, Suesco ec. ec. e gli esempi de' poeti nel Forcell.
adeo in teneris
consuescere multum est.
*
Virg.
Georg. 2. 272. ec.}
Abiete in Virg.
Aen. 2. principio {e 5.
663. ec.} è trisillabo. {+Ariete parimente ib. l. 2. v. 492. V.
la regia Parnasi, e il Forcell. anche in Arieto
as.} E che cos'è l'esser l'i così spesso consonante, se non esser egli computato
per formante una sola sillaba colla vocale o vocali seguenti? Giacchè i consonante per se stesso non si dà, ma egli è sempre
con suono vocale (a differenza del v, il quale per
natura si distingue dal suono dell'u.) Tutti gli j consonanti latini (che anticamente si scrissero
sempre i) non sono dunque altro che formanti tanti
dittonghi, secondo quello ch'io dico delle vocali
doppie. Dejicere 4sillabo, ha effettivamente
5. vocali. Così Jacere ec. ec. ec.