[2252,1] Che il privato verso il privato straniero, e
massimamente nemico, sia tenuto nè più nè meno a quei medesimi doveri sociali,
morali, di commercio ec. a' quali è tenuto verso il compatriota o concittadino,
e verso quelli che sono sottoposti ad una legislazione comune con lui; che
esista insomma una legge, un corpo di diritto universale che abbracci tutte le
nazioni, ed obblighi l'individuo nè più nè meno verso lo straniero che verso il
nazionale; questa è un'opinione che non ha mai esistito prima del Cristianesimo;
ignota ai filosofi antichi i più filantropi, ignota non solo, ma evidentemente e
positivamente esclusa da tutti gli antichi legislatori i più severi, e pii, e
religiosi, da tutti i più puri moralisti (come Platone) da tutte le più sante religioni e legislazioni,
2253 compresa quella degli Ebrei. Se in qualche nazione
antica, o moderna selvaggia, la legge o l'uso vieta il rubare, ciò s'intende a'
proprii compatrioti, (secondo quanto si estende questo[questa] qualità; perciocchè ora si stringe a una sola città, ora ad
una nazione benchè divisa, come in grecia ec.) e non mica
al forestiere che capita, o se vi trovate in paese forestiere. {+V. il Feith,
Antiquitates homericae, nel Gronovio, sopra la pirateria ec.
λῃστεία, usata dagli antichissimi legalmente e onoratamente cogli
stranieri.} Così dico dell'ingannare, mentire ec. ec.
Infatti osservate che fra popoli selvaggi, ordinariamente virtuosissimi al loro
modo, e pieni de' principii di onore e di coscienza verso i loro paesani ec. i
viaggiatori hanno sempre o assai spesso trovato molta inclinazione a derubarli,
ingannarli ec. eppure i loro costumi non erano certamente corrotti. V. le storie della conquista
del Messico circa l'usanza menzognera di quei popoli
i meno civilizzati. Parimente trovandosi gli antichi o i selvaggi in
terra forestiera, non
2254 hanno mai creduto di mancare
alla legge, danneggiando gli abitatori in qualunque modo.