[2370,1] Non basta. Questa radice, non solo è delle
antichissime nella lingua greca, ma di quelle che s'avevano per antiquate negli
stessi antichi tempi della greca letteratura. V. il simposio di Senofonte, c. 8. §. 30, dove ricerca
l'etimologia del nome di Ganimede e
per provare che Γανυ, viene da una radice che significa godimento, diletto, ec. ricorre ad Omero. Dunque al tempo di Senofonte, ell'era già disusata, e
certo non era volgare, quantunque ella si trovi anche in alcuni pochi autori o
contemporanei o posteriori a lui: il che non dee far maraviglia perchè
l'imitazione di Omero durò sempre nella
poesia greca; le sue parole e la sua lingua furono sempre tenute proprie d'essa
poesia; oltre che il poeta usa senza biasimo molte parole antiquate per più
ragioni che ve l'autorizzano, ed anche glielo prescrivono. Ora questa voce {(e suoi derivati)} non si trova quasi che ne' poeti, e
si può dir poetica. Così durano fra
2371 nostri
scrittori, e massime poeti, molte parole ec. di Dante, disusate nel resto ec. E dal luogo di Senofonte si vede che quella voce era
sin d'allora in grecia, quel che sarebbe fra noi una voce
detta dantesca.