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Alla p. 1660.
mezzo. Non so bene se il Salviati o il Salvini sia
quel che dice dell'antica falsa, e latina ortografia
degl'italiani, e particolarmente dell'et non mai pronunziato se non e, o ed. Tutte le lingue nascono, com'è
naturale appoco appoco, e per lungo tempo non sono adattabili alla scrittura e
molto meno alla letteratura. Cominciando ad adattarle alla scrittura,
l'ortografia n'è incertissima, per l'ignoranza di quei primi scrittori o
scrivani, che non sanno bene applicare il segno al suono: massime quando si
servano, com'è il solito, di un alfabeto forestiero, quando è certo che ciascuna
nazione o lingua ha i suoi suoni particolari, che non corrispondono a quelli
significati dall'alfabeto di un'altra nazione. Venendo poi la letteratura,
l'ortografia piglia una certa consistenza, ed è prima cura de' letterati di
regolarla, di ridurla sotto principii fissi, e generali, e di darle stabilità.
Ma anche questa opera è sempre imperfettissima ne' suoi principii. Per lo più la
letteratura di una nazione deriva da quella di un'altra. Quindi anche
l'ortografia in quei principii
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stampa di quella che i letterati hanno sotto gli occhi, troppo deboli ancora per
essere originali, e per immaginar da se, e seguire {e
conoscer bene} la natura particolare de' loro propri suoni ec: le
quali cose non son proprie se non di quello ch'è già o perfezionato o vicino
alla perfezione. Nel nostro caso poi, questa lingua letterata, e di ortografia
già regolatissima e costante, sopra la cui letteratura s'andavano formando le
moderne, era anche immediatamente madre delle lingue moderne. E benchè queste
(massime la francese), avessero perduto molti de' suoi suoni, e sostituitone, o
aggiuntone molti altri, contuttociò la somiglianza fra la madre e le figlie era
tanta, e la loro derivazione da lei era così fresca, che cominciando a scrivere
e poi a coltivare queste lingue non mai ancora scritte o coltivate, non si pensò
di potersi servire d'altra ortografia che della latina. La quale ortografia già
esisteva, e la nostra s'avea da creare: ma nessuna cosa si crea in un momento,
massime che tante altre ve n'erano da creare allo
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stesso tempo, le quali occupavano tutta l'attenzioni[attenzione] di quei primi formatori delle favelle {moderne.} Uomini che ad una materia putrida (giacchè tutte erano
barbarissime corruzioni) aveano a dar vita, e splendore.