[2472,1] Ma che anche questa inclinazione, non sia naturale
nè primitiva (come pare), ma effetto delle assuefazioni, e dell'abito di società
contratto dagli uomini vivendo cogli altri uomini, lo provo e lo sento io
medesimo, che quanto era prima inclinato a comunicare altrui ogni mia sensazione
non ordinaria (interiore o esteriore), così oggi fuggo ed odio non solo il
discorso, ma spesso anche la presenza altrui nel tempo di queste sensazioni. Non
per altro se non per l'abito che ho contratto di dimorar quasi sempre meco
stesso, e di tacere quasi tutto il tempo, e di viver tra gli uomini come
isolatamente e in solitudine. Lo stesso si dee credere che avvenga ai solitari
effettivi, ai selvaggi, a quelli che o non hanno società o poca, e rara,
all'uomo naturale insomma, privo del linguaggio, o con poco uso del medesimo, al
muto, a chi per qualche accidente ha dovuto per lungo tempo viver lontano dal
consorzio degli uomini, come naufragi, {+pellegrini in luoghi di favella non conosciuta,} carcerati ec. frati
silenziosi ec. (11. Giugno. 1822.)
Qualità umane che si credono cattive.
che si credono innate, e derivano realmente
dall'assuefazione.