[2504,1] E non è mica da credere nè che questi barbarismi de'
primi e classici scrittori, fossero, a quei tempi, comuni nella loro nazione, ed
essi scrittori si lasciassero strascinar dall'uso corrente; ne che gli usassero
e introducessero per solo bisogno, o per arricchir
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la {loro} lingua di parole e modi economicamente utili. Gli usarono, come si può
facilmente scoprire, per espresso fine di essere eleganti col mezzo di un parlar
pellegrino, e ritirato dal volgare. E sebben furono costretti, volendo essere
intesi, a usar gran parte delle voci e modi correnti, e formarne il corpo della
loro scrittura, pur molto volentieri e con predilezione s'appigliarono quando
poterono alle voci e modi forestieri, per parlare alla peregrina, e per dare al
loro modo di dire un non so che di raro, ch'è insomma l'eleganza. E p. e. di
Dante, si vede chiaramente ch'egli
si studiò di parlare a' suoi compatrioti co' modi e vocaboli provenzali, a
cagione che la nazion provenzale era allora la più colta, ed aveva una specie di
letteratura, abbastanza nota in italia, e che rendeva la
lingua provenzale così domestica agl'italiani colti, che le sue parole o frasi,
italianizzandole, non erano enigmi
2506 per loro, e
così poco volgare che le dette voci e frasi non erano ordinariamente nella loro
bocca (come non lo sono ora le latine che p. e. i poeti derivano di nuovo
nell'italiano, e che tutti intendono), nè in quella del popolo: il quale però
eziandio era sufficientemente disposto ad intenderle (senza perdere il piacere
del pellegrino) a causa delle canzoni provenzali, amorose ec. ch'andavano molto
in giro, e si cantavano ec. Or dunque da queste canzoni, e dalla letteratura e
dalla lingua provenzale tirò Dante molte
voci e modi per essere elegante: e ci riuscì {allora;}
e con tutti questi che oggi si chiamerebbero barbarismi, sì egli, come Omero, e tali altri scrittori primitivi,
s'hanno da per tutto per classici, e taluni per eleganti; o se s'hanno per
ineleganti, viene piuttosto dall'arcaismo che dal barbarismo.