[2529,1]
Alla p. 2521.
La conchiusione e la somma del discorso si è che in qualunque tempo e in
qualunque letteratura è piaciuta una lingua diversa dalla presente {nazionale} parlata, per bonissima, utilissima e
bellissima che questa fosse: e non s'è mai giudicata elegante la scrittura
composta delle voci e de' modi ordinari in quel tempo e correnti
2530
effettivamente nella nazione, per
purissimi che questi fossero. E questa (bench'altre ancora ve n'abbia) è l'una
delle principali cagioni per cui non piace, e si disapprova e si biasima e
riesce inelegante nelle scritture la presente lingua della nostra nazione, e si
richiama la nostra lingua antica. Con ragione, benchè non sia molto ragionevole
il richiamarla come pura, chè nè essa
era pura, nè la purità è un pregio necessario ed appartenente all'essenza dello
scriver bene, e molte volte non è possibile, e in fine è piuttosto un nome che
una cosa, non potendosi mai definir questa purità, nè trovar precisamente quel
che sia la purità di una tal lingua individua, anzi non esistendo essa mai,
perchè tutte le lingue sono composte di voci, modi ec. presi più o meno ab
antico da molte e varie altre lingue. E non potendosi neppur circoscrivere la
così detta
2531 purità dentro i termini dell'uso
nazionale, perchè se ciò fosse, tutte le nazioni in tutti i tempi parlerebbero
puramente, e tutti gli scrittori seguendo la lingua del tempo loro,
scriverebbero puramente, massime conformandosi alla parlata, e non esisterebbe
il contrario della purità, cioè l'impurità, perchè nessuna lingua in nessun
tempo sarebbe mai impura, benchè tutta composta da capo a piedi di barbarismi.
Sicchè resta che per lingua pura s'intenda come suo preciso sinonimo la lingua antica di una nazione, cioè
quella lingua composta per la più parte di voci e modi venuti di fuori, che
dagli antichi fu parlata e scritta. E in particolare quella che fu contemporanea
della miglior letteratura e coltura nazionale, e in somma quella che fu il
risultato, non già dell'abbozzo (ch'ebbe la lingua italiana da' 300isti) ma del
perfezionamento dato alla lingua
2532 nazionale, e
massime alla scritta, dagli scrittori e letterati nazionali nel tempo in cui
maggiormente e precisamente fiorì la letteratura e coltura nazionale {{, che fu per noi il 500.}}
2520,13396,1Cinquecentisti. Trecentisti, ec.Letteratura italiana d'oggidì.2520,1