[2553,1] Di più l'uomo dev'esser certo di provare in vita sua
più o meno, maggiori
2554 o minori, ma certo gravi e
non pochi di quei patimenti accidentali che si chiamano mali, dolori, sventure,
o che provengono dai vari desiderii dell'uomo ec. E quando anche questi non
dovessero comporre in tutto se non la menoma parte della sua vita, (com'è certo
che ne comporranno la massima), essendo egli d'altra parte certissimo di passar
tutta la vita senza un piacere, la quistione ritorna a' suoi primi termini, cioè
se essendo meglio il non patire che il patire, e non potendosi vivere senza
patire, sia meglio il vivere o il non vivere. Un solo, anche menomo dolore
riconosciuto per inevitabile nella vita, non avendo per controbilancio neppure
un solo e menomo piacere, basta a far che l'essere noccia all'esistente, e che
il non essere sia preferibile all'essere.