[255,2] L'uomo superiore, oggidì colla cognizione e sperienza
del mondo, si può dire, benchè sembri un paradosso, che si avvezzi a pregiare
piuttosto che a dispregiare. Dico riguardo alle cose reali. Perchè
256 mentre egli è inesperto del mondo, i piccoli pregi,
i principii di virtù, le piccole bellezze o bontà o grandezze in qualsivoglia
genere di cose, gli paiono dispregevoli, paragonando sempre gli altri a se
stesso, com'è costume degli uomini, o paragonando le cose alla sua immaginativa.
Ma colla sperienza, trovandosi sempre in mezzo ad eccessive piccolezze,
malvagità, sciocchezze, bruttezze ec. appoco appoco si avvezza a stimare quei
piccoli pregi che prima spregiava, a contentarsi del poco, a rinunziare alla
speranza dell'ottimo o del buono, e a lasciar l'abitudine di misurar gli uomini
e le cose con se stesso, e colla immaginazion sua. Laonde siccome prima egli non
istimava se non le cose lontane, le quali, in quel modo in cui egli le
concepiva, non erano reali, si può dire che il numero delle cose reali ch'egli
stima vada sempre crescendo, se bene diminuisca la {misura
della} stima assoluta, e il numero assoluto delle cose ch'egli
stimava, perchè sono molte più quelle cose ch'egli pregiava lontane, e disprezza
vicine, di quelle che da principio noncurava, ed ora è necessitato a pregiare.
(30. 7.bre 1820.).
Manuale di filosofia pratica.Memorie della mia vita.Esperienza assuefa a pregiare più che a
dispregiare.Galateo morale.Macchiavellismo di società.Pratica del mondo avvezza gli uomini insigni piuttosto a
pregiare che a disprezzare.