[2859,1] Conchiudo che se i traduttori tedeschi (grandissimi
letterati e dottissimi, e spesso uomini di genio) fanno {{veramente}} quegli effetti che ho ragionati nel principio di questo
pensiero, il che pienamente credo quanto alle cose che appartengono
all'estrinseco; se con ciò non fanno alcuna violenza alla lingua, nel che credo
assai ma assai meno di quel che si dice; se in somma la lingua tedesca, quanto
alle qualità sopra discusse, è tale quale si ragiona, nel che non so che mi
credere; la lingua tedesca, come applicata assai tardi alla letteratura, e come
appunto vastissima e immensamente varia, sì per l'antichità della sua origine,
sì per la moltitudine degl'individui, e diversità de' popoli che la parlano, non
è ancora nè perfetta, nè formata e sufficientemente
2860 determinata; ch'ella è ancor troppo molle per troppa freschezza; ch'ella col
tempo e forse presto (per l'immenso ardore, {attività}
e infaticabilità letteraria di quella nazione) acquisterà quella sodezza e
certezza che conviene a ciascuna lingua, e quella particolar forma e determinato
{e stabil} carattere e proprietà, e quel genere di
perfezione che conviene a lei, con quel tanto di unità caratteristica ch'è
inseparabile dalla perfezione di qualunque lingua, siccome di qualunque nazione,
e forse di qualunque cosa, se non altro, umana; che allora ella potrà essere e
sarà liberissima, vastissima, ricchissima, potentissima, pieghevolissima,
capacissima, immensa, e immensamente varia, pari in queste qualità astrattamente
considerate, e superiore eziandio, se si vuole e se è possibile, non che
all'italiana ma alla stessa lingua greca, ma non per tanto ella non avrà o non
conserverà per niun modo quelle facoltà stravaganti e senza esempio, divisate di
sopra; e quelle traduzioni ora lodate e celebrate piuttosto, cred'io, per gusto
matematico che letterario, piuttosto come curiosità che come opere di genio,
2861 piuttosto come un panorama o un simulacro
anatomico o un automa, che come una statua di Canova, piuttosto misurandole col compasso, che assaporandole e
gustandole e paragonandole agli originali col palato, quelle traduzioni, dico,
parranno ai tedeschi non tedesche, e nel tempo stesso non capaci di dare alla
nazioni[nazione] la vera idea degli
originali, aliene dalla lingua, e proprie di un'epoca d'imperfezione, e immaturità. (29 - 30. Giugno
1823.).