[3124,2] Sin qui andava bene: ma v'era il grandissimo
inconveniente che l'interesse che i lettori possono prendere per li fortunati,
ancorchè virtuosi, è scarso, debole e breve, e non
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si può reggere pel corso d'un lungo poema, nè tutto, per così dire, animarlo e
vivificarlo, nè anche sufficientemente animarne una sola parte. Mancando il
contrasto fra la virtù e la fortuna, oltre che ne scapita la verità
dell'imitazione, essendo pur troppo {il} vero che
questo contrasto sussiste nel mondo ed è perpetuo, onde un virtuoso fortunato è
soggetto quasi romanzesco, e toglie quasi fede al poema, e impedisce
l'illusione, {#1. Veggasi la p. 3451-2.} (massime a' {moderni} tempi, perchè a quelli d'Omero era altra cosa); ne seguiva anche il pessimo
effetto della freddezza, perchè il lettore non ha che interessarsi per la virtù,
vedendola felice, ed ottener già quello che le conviene.