[3274,1] Io osservo (e n'ho presente a me stesso non un solo
esempio), che i giovani non poveri, o non oppressi nè avviliti dalla povertà,
sani e robusti di corpo, coraggiosi, attivi,
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capaci di fornir da se stessi a' loro bisogni, e poco o nulla necessitosi, ovver
poco o nulla desiderosi degli altrui soccorsi e dell'altrui opera o fisica o
morale, almeno abitualmente; non tocchi ancora dalla sventura, o piuttosto
(giacchè qual è l'uomo nato che già non
abbia sofferto?) tocchi da essa in modo ch'essi pel vigore della età e della
complessione, e per la freschezza {delle forze}
dell'animo, la scuotono da se, e poco caso ne fanno; questi tali giovani, dico,
ancorchè da una parte intolleranti fin della menoma ingiuria, ed anche proclivi
all'ira; {+inclinati ed usi di
motteggiare i presenti e gli assenti ancor più che gli altri non sono;
soverchiatori anzi che no, sia di parole, sia d'opere eziandio; - v. p. 3282. 3942.} dall'altra parte,
ancorchè abbandonati da tutti, e forse da quelli stessi che avrebbero il più
sacro dovere di prenderne cura, ancorchè sperimentati nella ingratitudine degli
uomini, e fatti accorti per prova, della niuna utilità e grazia, ed eziandio del
danno, che spesso risulta dal far beneficio; ancorchè pronti e perspicaci
d'ingegno, e non ignari del mondo, e ben consapevoli quanto il costume degli
uomini sia rimoto dal beneficare e dal compatire, e quanto altresì
3276 le loro opinioni ne gli allontanino, {+e quanto gli uomini sieno generalmente
indegni ch'altri ne prenda cura;} con tutto ciò questi tali sono
prontissimi a compatire, dispostissimi a sovvenire agli altrui mali,
inclinatissimi a beneficare, a prestar l'opera loro a chi ne li richiede,
ancorchè indegno, a profferirla pure spontaneamente, sforzando l'altrui
ripugnanza d'accettarla, e conoscendo quella di ricercarla; apparecchiati senza
riservo e senza cerimonie ai bisogni ed a proccurare i vantaggi degli amici: ed
in effetto sono quasi continuamente occupati per altrui più che per se stessi;
le più volte in piccoli, ma pur faticosi, noiosi, difficili uffizi e servigi,
{+la cui moltiplicità, se non altro,
compensa la piccolezza di ciascuno;} talora eziandio in cose grandi o
notabili e che richieggono grandi o notabili cure, fatiche, ed anche sacrifizi.
E ciò facendo, nè presso se stessi, nè presso i beneficati, nè presso gli altri
attaccano un gran pregio ai loro servigi, nè gran conto ne fanno, nè se ne
reputano di gran merito (quasi accecati e dissennati da Giove, come dice Omero di Glauco quand'egli scambiò le sue armi d'oro con quelle del Tidide ch'erano di rame): di più poca o
niuna gratitudine esigono, quasi ei fossero stati tenuti a beneficare,
3277 o nulla avesse loro costato il benefizio; non mai
si credono in diritto di ripetere il benefizio, o costretti a farlo, lo fanno
con grandissima riserva e senza pretensione alcuna, e riavendone pure una parte,
o domandata o spontanea, si tengono per obbligati essi a chi gli uffici da loro
prestatigli scarsamente rimunerò.