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[3297,1]  Ond'è che le donne in quanto più deboli e bisognose d'altrui, sieno meno misericordiose e benefiche degli uomini; in quanto {+di corpo e} d'animo più delicate, al contrario. Ma in ciò quelle qualità, cioè la debolezza e il bisogno, credo che ordinariamente prevagliano e sieno di maggiore e più notabile effetto che queste, cioè la delicatezza e simili. Onde, tutto insieme compensato, le donne sieno in verità, generalmente e per natura, più egoiste, e quindi meno misericordiose (massime in quanto alla compassione efficace) e meno benefiche degli uomini. Perocchè molto maggior parte ha nella beneficenza, nella disposizione e nell'atto del sacrificar se stesso, e nell'esclusione dell'egoismo, l'intensità, la forza, l'abbondanza della vita, e quindi dell'amor proprio, che la delicatezza e raffinatezza dell'animo disgiunte dalla forza ed energia ed attività ed interna vivace vita del medesimo. E ciò non pur {negli uomini} rispetto  3298 alle donne, ma generalmente in chi che sia, rispetto a chi che sia. {#1. Secondo questi discorsi una donna vecchia, massime vivuta nella gran società, dev'essere la più egoista persona umana (p. natura, e regolarmente parlando) che possa concepirsi.} (28. Agos. 1823.). {{V. p. 3314.}}

3314,13314,1