31. Agosto. 1823.
[3314,1]
Alla p. 3298.
Un uomo (o donna) di carattere naturalmente pacifico, {placido,} quieto, riposato, ordinato, inclinato a una certa pigrizia,
è per natura portato all'egoismo. Quanto più l'uomo o per indole e condizion
primitiva, o per effetto dell'età, o per istanchezza del mondo, per disinganno
ec. ama il riposo, la pace, l'ordine, l'uniformità della vita, è lontano dal
calore, {dai desiderii vivi,} dai disegni vasti o
impetuosi, o fervidi, o attivi ec. è dedito all'inazione, al metodo; anzi quanto
più egli è tollerante delle ingiurie e degli stessi patimenti per debolezza
d'animo o di corpo o d'ambedue, quanto è più disposto e solito di rinunziare al
risentimento, di chinare il capo alle circostanze, alla necessità, di
sacrificare e di posporre qualunque cosa alla conservazione della sua quiete
interna ed esterna e della sua inattività; quanto più l'uomo è vile e codardo;
quanto più suole appagarsi del presente, soddisfarsi di ciò che gli accade,
pigliar le cose come vengono; tanto meno egli è disposto e solito di
sacrificarsi o adoperarsi
3315 per altrui; tanto meno è
accessibile alla compassione, tanto più è inclinato e tanto più ha d'egoismo.
L'abitudine dell'ozio in qualsivoglia età, è sempre conciliatrice d'egoismo. In
somma per tutte queste osservazioni, e per qualunque altra si voglia fare
intorno ai vari caratteri degli uomini, apparisce e sempre apparirà, che la
natura dell'egoismo è un ghiaccio dell'animo; un freddo, un congelamento, una
quasi concrezione, una durezza o un induramento, una secchezza o un
disseccamento dell'amor proprio; una povertà, una scarsezza di vita; una
inattività effettiva, o un'inclinazione alla medesima ec.; o naturale o
avventizia che sia, o morale o fisica, o l'uno e l'altro, o portata dalla
nascita e cresciuta {poi e confermata}
coll'assuefazione colle circostanze cogli avvenimenti della vita ec., o da
queste prodotta in contrario e in dispetto dell'indole primitiva ec. (31.
Agosto. 1823.). {{Io credo potere asserire che
generalmente gli uomini meno soggetti a passioni {veementi,} quelli che non amano il piacere, quelli che mai non
vissero per li piaceri, mai non furono trasportati da' piaceri e
3316 dal desiderio e furore di questi (sieno
piaceri corporali o spirituali), o che più nol sono; anche i meno iracondi,
i più pazienti, e simili, per natura, o per abito contratto; sono i più
inclinati all'egoismo, i più alieni abitualmente dal compatire e dal
beneficare; spesso anche i più ingiusti per volontà riflettuta. E i contrari
viceversa.}}