Bologna. 1. Settembre. 1826.
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Il detto del Bayle, che la ragione è piuttosto uno
strumento di distruzione che di costruzione, si applica molto bene, anzi ritorna
a quello che mi par di avere osservato altrove pp. 2705-15 , che il progresso dello
spirito umano dal risorgimento in poi, e massime in questi ultimi tempi, è
consistito, e consiste tutto giorno principalmente, non nella scoperta di verità
positive, ma negative in sostanza; ossia, in altri termini, nel conoscere la
falsità di quello che per lo passato, da più o men tempo addietro, si era tenuto
per fermo, {ovvero} l'ignoranza di quello che si era
creduto conoscere: benchè del resto, faute de bien observer ou raisonner, molte
di siffatte scoperte negative, si abbiano per positive. E che gli antichi, in
metafisica e in morale principalmente, ed anche in politica (uno de' cui più
veri principii è quello di lasciar fare più che si può, libertà più che si può),
erano o al pari, o più avanzati di noi, unicamente perchè {ed
in quanto} anteriori alle pretese
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scoperte e cognizioni di verità positive, alle quali noi lentamente e a gran
fatica, siamo venuti e veniamo di continuo rinunziando, {e
scoprendone} conoscendone la falsità, e persuadendocene, e promulgando
tali nuove scoperte e popolarizzandole. (Bologna 1.
Settembre. 1826.).