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[3353,2]  2o. Se ad alcuno facesse forza che da μήδομαι paresse dover derivare medor non medeor, oltre che se gli potrebbero recare  3354 infiniti esempi di tali mutazioni, massime spettanti alla desinenza (anzi pur d'altre molto più sostanziali, e non appartenenti alla desinenza, e alla forma propria della congiugazione, siccom'è questa), e massime poi in voci così antiche (οἶνος mascol. vinum - neutro ec. ec.); osservisi che il fut. di μήδομαι è μηδήσομαι come fosse da μηδέομαι. Del resto la difficoltà varrebbe quasi egualmente anche per μέδω impero, che ordinarissimamente si dice μέδω e μέδομαι, non μεδέω, del quale lo Scap. non reca che un solo esempio di Omero usante il participio μεδέων (frequentissimo è per lo contrario μέδων), e ciò forse piuttosto per proprietà di dialetto, o per modificazione poetica, che per altro. {#1. Si trova anche παμμεδέων e παμμεδέουσα} Nè si trova, ch'io sappia, il fut. μεδήσομαι nè l'aor. ἐμέδησα o ἐμεδησάμην, come di μήδομαι si ha μηδήσομαι.