[3357,3] 2.o Meditor quanto al
significato equivale appunto al greco μελετάω. Or questo donde è fatto? da μέλω
(oggi inusitato, se non
3358 impersonale) curae sum, e fors'anche curo, onde μέλομαι curo, curam gero, onde μελέτη cura, onde μελετάω,
curo, curam gero, e quindi exerceo, exerceo me, meditor, siccome anche
μελέτη {vale}
exercitatio, meditatio, anzi anche il participio
μεμεληκώς di μέλω trovasi pure per qui se exercuit ec.
(V. lo Scap. in μελετάω) {#1. Lo credo errore di stampa per μεμελετηκώς.} Può
darsi un esempio e una prova più bella? Μελετάω è propriamente il meditor de' greci, ed esso viene da μέλω curo, come meditor da medeor nel suo primitivo, proprio e generale
significato, cioè appunto curo. Certo è ridicolo il
derivare meditor da μελετάω, (come fa il Forcell.) perchè questi verbi
significano la stessa cosa; ma sebbene quanto all'origine e alla stirpe essi non
abbiano tra loro nulla che fare, contuttociò la derivazione del verbo greco
serve a mostrare evidentissimamente e chiarire la derivazione, la discendenza,
l'origine, la radice del verbo latino a lui equivalente. Derivazione confermata
e comprovata dalla nostra teoria della
formazione de' continuativi, tra' quali questo
3359 è regolarissimo per la forma, proprissimo pel significato. Chi
non vede che l'esercitare e il meditare una cosa è una continuazione del
semplice averne o pigliarne cura? il che si può talvolta compiere in poca d'ora;
ma quello di necessità e per sua natura esige durata, lunghezza, continuità di
tempo.