[3361,2]
Alla p. 3282.
L'uomo (così la donna) debole e bisognoso dell'opera altrui, o nato o divenuto,
s'abitua ad essere in qualche modo, più o meno, servito e sovvenuto dagli altri,
ed esso a non servire nè aiutare nessuno, perch'ei non può, quando anche da
principio il desideri, quando anche per indole sia inclinato a beneficare. Per
quest'abito ei contrae l'egoismo, il quale, come vedete, non è ingenito in lui
per se stesso, {+(quando anche ei sia
stato sempre debole e bisognoso fin dalla nascita),} ma figlio di un
abito da lui fatto o più presto o più tardi, incominciato fin dal principio
della vita, o sul fior degli anni, o al mezzo, o sul declinare ec. Per
quest'abito ei s'avvezza a considerare (se non per ragione, certo praticamente)
3362 gli altri come fatti per lui, e sè come fatto
per se solo, ch'è appunto l'egoismo; diventa alieno dalla compassione e dalla
beneficenza ch'egli non ha mai potuto o non può più esercitare, di cui non ha
mai potuto acquistare o ha dovuto perdere l'abitudine. (5. Sett.
1823.).
3281,1Egoismo.Egoismo.definizione dell'egoismo.3281,1