[352,2] Nominando i nostri antenati, sogliamo dire, i buoni
antichi, i nostri buoni antichi. Tutto il mondo ha opinione che gli antichi
fossero migliori di noi, tanto i vecchi che perciò gli lodano, quanto i giovani
che perciò li disprezzano. Il certo
353 è che il mondo
in questo non s'inganna: il certo è che, senza però pensarvi, egli riconosce e
confessa tutto giorno il suo deterioramento. E ciò non solamente con questa
frase, ma in cento altri modi; e tuttavia neppur gli viene in pensiero di
tornare indietro, anzi non crede onorevole se non l'andare sempre più avanti, e
per una delle solite contraddizioni, si persuade e tiene per indubitato, che
avanzando migliorerà, e non potrà migliorare se non avanzando; e stimerebbe di
esser perduto retrocedendo.