[3680,1] Conseguenza e prova di queste osservazioni si è che
infatti i settentrionali {per una parte} sono più
profondi e sottili speculatori, più filosofi, massime nelle scienze astratte, o
parti più astratte di esse, o generi più astratti ec., e insomma più pensatori,
{+che i meridionali;} onde la Staël chiama la Germania
la patrie de la
pensée.
*
E per altra parte, cosa che sembra contraria
sì alla detta qualità, sì alla natura rispettiva de' settentrionali e
meridionali, sono più immaginosi e più poeti veramente e più sensibili,
entusiasti, e di fantasia più efficace e forte (quanto però al poetare, non
quanto all'operare; e quanto a ciò ch'è opera del solo spirito, non del corpo),
e più inventivi {originali} e fecondi che non sono i
meridionali. Ma ciò, secondo le suddette osservazioni, si deve intendere, ed è
infatti, de' soli settentrionali e meridionali moderni, stante le moderne
circostanze degli uni e degli altri. Negli antichi, stante la diversità di tali
circostanze, doveva essere
3681 ed era tutto l'opposto,
cioè i meridionali più immaginosi, fecondi ec. de' settentrionali, conforme alla
vera natura, e alla natural proprietà degli uni e degli altri. Sicchè la detta
superiorità de' settentrionali moderni ec. è veramente uno de' tanti accidenti
sociali; bensì di quelli costanti e connaturali all'essenza della civiltà
assolutamente, e che durando la civiltà appo gli uni e appo gli altri popoli,
non possono mai venir meno.