[3769,1] Ho detto in questo discorso come sia necessario che
il soggetto dell'epopea sia nazionale, e come dannoso sarebbe ch'ei fosse
universale ec. (se non nel modo usato dal Tasso ec.). Ma per altra parte la nazionalità del soggetto limita,
quanto a se, l'interesse e il grand'effetto del poema, a una sola nazione. Non
v'è altro modo di ovviare a questo gran male (il qual fa ancora che i posteri,
dopo le tante mutazioni politiche che cagiona il tempo, distruttore o cangiatore
delle nazioni, o de' loro nomi, ch'è tutt'uno,
3770 e
loro carattere nazionale ec. non considerino più quegli antichi, nè possano
considerarli, come lor nazionali, e che a lungo andare, immancabilmente, non vi
sia più nazione a cui quel poema sia nazionale), se non di costringere
l'immaginazion de' lettori qualunque a persuaderli di esser compatrioti e
contemporanei de' personaggi del poeta, a trasportarli in quella nazione e in
quei tempi ec. Illusione conforme a quella che deono proccurare i drammatici ec.
Or tra tutti gli epici quel che meglio l'ha proccurata si è Omero nell'iliade,
siccome fra tutti gli storici Livio.
Vero è che questo viene in grandissima parte da quelle tante cagioni altrove da
me esposte pp. 3125. sgg., le quali fanno che tutte le nazioni
civili in tutti i tempi sieno {state e sieno per
essere} connazionali e contemporanee de' troiani, greci {antichi} romani {antichi} ed
ebrei {antichi.} Infatti dopo l'iliade, il poema epico che meglio proccura la detta illusione
universale, si è l'Eneide, perchè di soggetto
troiano e romano. Ma vero è ancora che, massime quanto ai troiani, le dette
cagioni si riducono alla sola iliade (ed
all'Eneide),
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onde l'illusione ch'essa proccura, non viene da cause a lei affatto estrinseche,
anzi l'iliade è tanto più mirabile quanto essa sola, o essa
principalmente (cioè aiutata dall'Eneide ec.),
ha potuto rendere {e rende} tutti gli uomini civili
d'ogni nazione e tempo compatrioti e contemporanei de' troiani. Questo ella
consegue mediante le reminiscenze della fanciullezza ec. le quali l'accompagnano
perchè sin da fanciulli conosciamo l'iliade, o i
fatti da essa narrati e inventati, e la mitologia in essa contenuta, ec. e le
prime nozioni della mitologia che apprendiamo, sono strettamente legate e in
{buona} parte composte delle invenzioni d'Omero ec. ec. Ma tutto questo non sarebbe
{nè sarebbe stato} se l'iliade non fosse sempre stata così celebre. Nè così celebre sarebbe
stata sempre senza il suo sommo merito. Vero è che questo non ha che fare in
particolare colla condotta ec. ec. (25. Ott. 1823.).