[382,1] E quanto al dubbio, cagione principalissima
d'indifferenza, lo stesso libro ch'io
discuto reca un passo di Pascal,
dove fra le altre cose (degne d'esser lette) si dice: conviene che ciascuno prenda il suo partito, e si collochi
necessariamente o al dogmatismo, o al pirronismo... Sostengo che non ha
mai esistito un pirronista effettivo e perfetto. La natura sostiene la ragione
impotente, e l'impedisce di delirare fino a questo punto...
383
La natura confonde i pirronisti, e la ragione
confonde i dogmatizzanti
*
(vale a dire quelli che
ammettono e sostengono delle opinioni come certe). (Pensées de Pascal, Ch. 21.) Infatti il dubbio non ha quasi esistito se
non dopo la ragione e la scienza, e non c'è cosa così sicura in quello che crede
come l'ignoranza; e l'uomo naturale, tutto quello che sa o crede sapere (e ciò
per dettato della natura), lo tiene per certissimo e non ci prova ombra di
dubbio. Tanto è vero che l'ignoranza conduce alla totale indifferenza, e quindi
all'inazione e alla morte: o piuttosto tanto è vero che si dia un'ignoranza
assoluta, ossia uno stato dell'anima privo affatto di credenza, e di giudizi:
tanto è stolto il confondere la mancanza della verità, colla mancanza dei
giudizi, quasi non si dassero giudizi se non veri, o quasi dal detto principio
risultasse la necessità di un giudizio vero assolutamente, e non piuttosto di un
giudizio veramente utile e adattato
alla natura dell'uomo.