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[3912,1]  E come dalla spiritualizzazion delle cose umane sia nata e dovuta nascere, e seco sempre in esatta proporzione crescere, e finalmente venire al colmo la spiritualizzazione dell'amore, e quindi il vago e l'indefinito che ora è proprio di questa passione e de' sentimenti dell'un sesso verso l'altro, è manifesto e facile a spiegare colle cose predette. L'uomo da principio, siccome in se stesso e negli altri uomini, così naturalmente anche nella donna, e viceversa la donna nell'uomo, non consideravano che l'esteriore. Ma col principiar della civilizzazione, nascendo l'idea dello spirito, a causa della forza ed azione che la parte interna incominciava ad acquistare e sviluppare, e di mano in mano, come questa parte all'esterna, così l'idea dello spirito a quella del corpo, prima agguagliandosi, e poi appoco a poco strabocchevolmente prevalendo, l'individuo dell'un sesso in quello dell'altro dovette necessariamente prima incominciare a considerare anche lo spirito, e poi seguendo, considerarlo quanto il corpo, e finalmente più del corpo medesimo, almeno in un certo senso e modo. Sicchè l'oggetto amabile dell'un sesso fu all'individuo dell'altro, non più un oggetto semplicemente materiale, come in principio, ma un oggetto composto di spirito e di corpo, di parte occulta e di parte manifesta, e poscia di mano in mano un oggetto più spirituale che  3913 materiale, più occulto e immaginabile che manifesto e sensibile, più interiore che esteriore. E come le idee che hanno relazione alla parte interna {ed occulta} dell'uomo, sono naturalmente vaghe ed incerte, quindi l'idea dell'oggetto amabile, considerato nel detto modo, cominciò necessariamente ad avere del misterioso, congiungendosi in essa idea la considerazion dello spirito a quella del corpo; e acquistando di mano in mano la prima considerazione sopra la seconda, sempre più misteriosa ne dovea divenire l'idea dell'oggetto amato, sino ad aver finalmente più del mistico, dell'incerto e del vago, che del chiaro e determinato. Così i sentimenti e le idee che appartengono alla passion dell'amore, pigliarono sempre più dell'indefinito a proporzion della civilizzazione (e quindi essa passione divenne, non v'ha dubbio, incomparabilmente più dilettosa); tanto che, quantunque il principio dell'amore sia quel medesimo necessariamente oggi che fu ne' primitivi, che è ne' selvaggi, che è e fu sempre ne' bruti, ed altrettanto materiale e animale, nondimeno essa passione adunando in se lo spirituale col materiale, è divenuta così diversa da quelle, che certo l'amor propriamente sentimentale non sembra aver nulla che fare nè {coll'amore} de' selvaggi, nè {con} quello dei bruti, ma essere di natura e di principio {e di origine} affatto diverso e distinto. Ed oggidì anche l'amore il meno platonico e il più sensuale, pur tiene necessariamente nelle sue idee e ne' suoi sentimenti assaissimo dello {{spirituale, e quindi dell'}}immaginoso, e quindi del vago e dell'indefinito; e nell'oggetto amato  3914 o goduto {o amabile} anche la persona più brutale sempre considera alquanto e in qualche modo una parte occulta di esso oggetto che accompagna ed anima e strettamente appartiene, abbraccia ed è congiunta a quella parte e a quelle membra che egli desidera, o ch'ei si gode, o ch'ei riguarda come amabili e desiderabili; perchè in fatti quella parte vi è, ed ha grandissima parte nell'essere di quell'oggetto, e l'interno è una grandissima porzione di questo, per brutale {o insensato} che anch'esso si sia; e l'amante il vede assai bene tuttodì. Parlo di oggetti amati e di amanti che quantunque brutali, o incolti, e poco esistenti per lo spirito, pur sieno de' civili.