[4323,2] Ma se il Müller vuol persuadermi che i poemi d'Omero non
4324 fossero scritti
(al che non farò resistenza, tanto più che è conforme alla tradizione ricevuta
fra gli antichi stessi, a quel che si dice di Licurgo ec.), mi trovi qualche altro mezzo probabile
di trasmissione e conservazione fuori della scrittura non mi parli
d'inspirazioni e d'improvvisazioni; mi dica almeno che Omero prima di cantare i suoi versi, li componeva; che li cantava poi più e
più volte {(a diversi uditorii, o in varie occasioni),}
colle stesse parole, e quali gli aveva composti {e
cantati;} che gl'insegnava ad altre persone, fossero del volgo, o
fossero cantori e genti del mestiere, che solessero impararne da altri, non
sapendo farne del loro, e col cantarli si guadagnassero il vitto. Allora,
considerata anche la superiorità della memoria avanti l'uso della scrittura,
superiorità affermata da Platone
{(Teeteto e
Fedro)} e confermata dall'esperienza e
dal raziocinio, troverò verisimile la conservazione di canti non scritti, sieno
d'Omero o de' Bardi ec.