[432,1] Del resto osservate che il Cristianesimo limita
estremamente l'esercizio della ragione, di quella facoltà distruttrice della
vita; di quella facoltà che l'aveva reso necessario; di quella al cui guasto
egli è venuto a riparare; di quella che in certo modo l'invocò e lo produsse.
Perchè, tranne alcune proposizioni {generali}
fondamentali, che hanno bisogno della ragione per esser giudicate e credute,
vale a dire, l'esistenza, la provvidenza, la manifestazione, e l'infallibilità
di un Dio, tutte le altre proposizioni particolari che la religione insegna,
sono indipendenti dall'{esame e dall'intervento della}
ragione. E sebben questa, credendole, e regolando con esse le azioni e la vita,
opera ragionevolmente e conseguentemente, in vista di quelle proposizioni
generali, contuttociò, l'uso e l'esercizio suo resta scarsissimo nella vita
cristiana, limitandosi al solo fondamento, e al solo generale, il quale esclude
essenzialmente ogni operazion della ragione in tutti i particolari, che sono il
433 più, e che formano e regolano la vita. Anche per
questo capo il Cristianesimo conduce l'uomo alla civiltà media, ingiungendo
l'inazione e l'acciecamento della ragione nella vita, sebbene essa ragione sia
la fonte di questa inazione ec. dipendente dalla persuasione attiva ch'ella ha, delle proposizioni
fondamentali. (18. Dic. 1820.).