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[4368,2]  I detti, risposte ec. che Machiavelli attribuisce a Castruccio Castracani (nella Vita di questo), sono tutti o quasi tutti gli stessissimi che il Laerzio ec. riferiscono di filosofi antichi, mutati solo i nomi, i luoghi ec. Machiavelli del resto non sapeva il greco, poco o nulla il latino, ed era poco letterato. Non sarebbe maraviglia ch'egli avesse seguito una tradizione popolare che avesse conservati que' motti mutando i nomi, e attribuendoli al personaggio nazionale di Castruccio, noto per singolare acutezza e prontezza d'ingegno. Il popolo fiorentino racconta ancora di Dante e dello stesso Machiavello vari tratti che si leggono negli antichi greci e latini, come quello di Esopo che diede un asse a chi gli tirò una sassata ec., il qual tratto (con modificazioni accidentali e non di sostanza) si racconta dal volgo in Firenze di Machiavelli. (Tengo queste cose da Forti e da Capei). Così non solo le nazioni, ma le città, tirano alla storia ed a' personaggi propri, {e in somma alle cose ed alle persone a se più cognite,} i fatti delle storie altrui, noti al volgo per antiche tradizioni orali. A Napoli resta ancora in proverbio la sapienza e dottrina di Abelardo:  4369 ne sa più di Pietro Abailardo (Capei). In ogni modo quel libro di Machiavelli farebbe sempre al mio proposito molto bene. {{V. p. 4430.}}