[4492,11]
Alla p. 4488.
Ancora: che ardisco io formar de' pensieri nobili, che da tutti son tenuto per
uom da nulla. Il primo fondamento di qualunque o immaginazione o sentimento nobile, grande,
sublime (e tali sono i poetici e sentimentali
4493 di
qualunque natura: anche i dolci, teneri, patetici ec.: tutti inalzano l'anima),
è il concetto di una propria nobiltà e dignità. Anzi la facoltà e l'efficacia di
esse immaginazione e sentimento, sì abitualmente e sì attualmente sono in
proporzione sempre del detto concetto, sì abituale, e sì attuale. {Ogni sentimento o pensiero poetico
qualunque è, in qualche modo, sublime. Poetico non sublime non si dà. Il
bello, e il sentimento morale di esso, è sempre sublime.} Ora il
concetto di una propria nobiltà, sembra ridicolo, è respinto con dolore, come
una illusione perduta, quando uno si trova disprezzato, abitualmente o
attualmente, da quei che lo circondano. Però in questi casi, il provar {quella} quasi tentazione a sentire ec., è penoso, perchè
vi rinnuova il pensiero della vostra abiezione. Certo, egli è proprietà ed
effetto essenziale d'ogni immaginazione e sentimento di natura poetica,
l'inalzar l'anima: al che si oppone direttamente quello stato di spregio ec.,
quel concetto, quel sentimento {{di se stessa,}} che la
deprime. (22. Aprile. 1829. Recanati.).
{{V. p. 4499. 4515.}}
4488,24497,34499,24515,34488,24499,24515,3Recanati