[545,1]
545 Il governo monarchico assoluto e dispotico, ossia
giustamente e con verità, ossia che l'uomo odia naturalmente la servitù, e
soffre di miglior animo i mali della cattiva e sregolata libertà; o che questo è
il peccato, il flagello, il difetto, la sventura dominante del nostro secolo, e
de' passati, dall'estinzione, possiamo dire, della libertà Romana, in poi: per
qualunque ragione, è considerato come il più imperfetto e barbaro e contrario al
buon senso, alla retta ragione, alla natura, in somma per il peggiore di tutti i
governi. Tale sarà oggidì; non mica in principio: anzi in principio, lo giudico
e credo il più perfetto, e posso dire il solo perfetto, e ragionevole e
naturale. Cioè, posto che v'abbia ad essere un governo, io dico che questo,
nello stato primitivo della società, non doveva nè poteva esser altro che il
monarchico assoluto; e non volendo questo, non c'era ragione di volere un
governo.