[581,1] Del resto tutto quello ch'io dico della necessità
dell'unità, e quindi dipendenza
582 soggezione e
disuguaglianza nella società, non appartiene e non ha forza in quanto a quella
società veramente primordiale, che entra nell'essenza, ordine e natura della
specie umana e degli animali: società imperfetta in quanto società; perfetta in
quanto all'essenza vera e primitiva dell'uomo e degli animali, e all'ordine
delle cose, dove nulla è perfetto assolutamente, ma relativamente. Volendo
appurare l'idea della società, ne risulta direttamente la conseguenza che ho
detto, cioè la necessità dell'unità, e quindi della monarchia ec. Ma questi
appuramenti, queste circoscrizioni, queste esattezze, queste strettezze, {queste sottigliezze, queste dialettiche} queste
matematiche non sono in natura, e non devono entrare nella considerazione
dell'ordine naturale, perchè la natura effettivamente non le ha seguite. E non
solo non è imperfetto quello che {non} corrisponde
geometricamente alle dette idee, purchè però sia naturale; ma anzi non può esser
perfetto tutto quello che vien ridotto e conformato alle dette idee, perchè non
è più conforme al suo
583 stato essenziale e primitivo.
E dovunque ha luogo la perfezione matematica, ha luogo una vera imperfezione
(quando anche questa rimedii ad altri più gravi inconvenienti e corruzioni),
cioè discordanza dalla natura, e dall'ordine primitivo delle cose, il quale era
combinato in altro modo, e fuor del quale non v'è perfezione, benchè questa non
sia mai assoluta, ma relativa. La {stretta} precisione
entra nella ragione e deriva da lei, non entrava nel piano della natura, e non
si trovava nell'effetto. È necessaria ai nostri tempi, dove l'ordine delle cose
è corrotto, ed è come degnissimo d'osservazione altrettanto evidente e
osservato, che la stretta precisione delle leggi, istituzioni, statuti governi
ec. insomma delle cose, è sempre cresciuta in proporzione che gli uomini e i
secoli sono stati più guasti: ed ora è venuta al colmo, perchè anche la
corruzione è eccessiva, e ha passato tutti i limiti. L'appresso a poco, il facilmente e simili
altre idee, non convengono ai sistemi presenti, dove nulla è, se può non essere:
convengono ottimamente
584 alla natura, dove infinite
cose erano, e potevano non essere, ma la natura aveva provveduto bastantemente,
quando avea provveduto che non fossero, e non erano in fatto. Altrimenti come si
sarebbe potuta corromper la natura, e l'ordine delle cose, in quel modo in cui
vediamo che ha fatto? Della qual corruzione, tutti, più o meno, bisogna che
convengano. Ma ciò non avrebbe potuto accadere se tutto quello che era, non
avesse potuto non essere, nè essere nè andare altrimenti. Il qual effetto è lo
scopo della ragione e de' presenti sistemi, sempre diretti a rendere impossibile
il contrario, se il sistema appartiene alla pratica, e a dimostrare impossibile
il contrario, se il sistema appartiene alla speculativa.