[776,1] E prima di partire da questo soggetto della ricchezza
e copia e bontà generale e potenza delle lingue proccurata principalmente dalla
copia e varietà {ed ingegno} degli scrittori, osserverò
che quella medesima superiorità di circostanza ch'ebbe la lingua greca sulla
latina, e che fu seguita dall'effetto di restarle realmente e sempre superiore
nella sostanza, l'abbiamo noi pure sopra tutte le altre lingue viventi, e colte.
Perchè siccome la {coltura della} lingua greca, e gli
scrittori suoi, incominciati assai per tempo, abbracciarono lunghissimo spazio,
e il loro numero fu grande in ciascun tempo; e siccome in proporzione di questo
spazio e di questo numero, la ricchezza e varietà e potenza della lingua greca,
crebbe in modo che non potè mai essere agguagliata dalla latina: così la lingua
italiana
777 scritta già come ho detto da sei secoli in
qua, e, si può dire, in ciascun secolo, abbondãtissima[abbondantissima] di diversissimi scrittori e cultori, ha
su tutte le altre lingue moderne e colte quello stesso vantaggio di circostanza
ch'ebbe la greca sulla latina. Vantaggio che per nessuno ingegno e nessuno
sforzo e studio di nessuna nazione ci potrà mai esser levato, se noi non
vorremo. Ma ecco che noi siamo fermati, e la lingua nostra non fa più progressi.
La lingua francese infaticabilmente si accresce di tutte le parole che le
occorrono. La lingua tedesca avanza e precipita come un torrente, e guadagna
tuttogiorno vastissimi spazi, in ogni genere di accrescimento. Noi da qualche
tempo arrestati, neghittosi, ed immobili, manchiamo del bisognevole per
esprimere e per trattare la massima parte delle cognizioni e delle discipline e
dottrine moderne, ed usi e opinioni ec. ec. oggi più rapide nel crescere e
propagarsi, e variare ec. di quello che mai
778 fossero,
e in proporzione che la nostra indolenza e infingardaggine presente, è opposta
alla energia ed attività passata. Così la lingua italiana perde {il vantaggio dello} spazio che avea guadagnato per
valore de' suoi antichi e primi padri, sopra le altre lingue, e queste correndo
più velocemente che mai, fra tanto che la nostra {siede
e} dorme, riguadagneranno tutto lo spazio perduto per la inerzia de'
loro antichi, arriveranno ben presto la nostra e la passeranno. E la nostra non
solo non sarà più nè superiore nè uguale alle altre colte moderne, ma tanto
inferiore, che divenuta impotente, e buona sola a parlare o scrivere ai
bisavoli; o non saprà esprimer niente del bisognevole, nè parlare e scrivere in
nessun modo ai contemporanei; o lo farà (come già lo fa per quel poco che parla
e scrive delle cose e cognizioni moderne, o per quello che ne dice non del suo,
ma copiando o seguendo gli stranieri) invocando l'altrui soccorso, servendosi
degl'istrumenti e mezzi altrui, e quasi trasformandosi
779 in un'altra, o vogliamo dire, facendosi provincia e suddita di un regno
straniero (come i piccoli e deboli confederati de' grandi e potenti) essa ch'era
capo di tutte le lingue viventi. Laddove siccome le altre lingue (come anche le
altre letterature, e repubbliche scientifiche) raddoppiano l'energia e la
veemenza e gagliardia del loro corso, così che in breve riguadagneranno lo
spazio perduto da' loro maggiori in confronto nostro, e, se noi non ci moviamo,
ci pareggeranno finalmente ben presto, e poi ci passeranno (che in quanto a
moltissimi rami del sapere è già accaduto): così conviene che ancor noi
pareggiamo i nostri ai loro sforzi, e così non perdendo {il} vantaggio acquistato, restiamo {perpetuamente} superiori a tutti, se non nel presente valore, certo
pel detto vantaggio acquistato dagli avi, e mantenuto da noi.
1243,2Tedeschi. Loro lingua, letteratura, carattere ec.
ec.