[80,2] Si può osservare che il Cristianesimo, senza perciò
fargli nessun torto ha per un verso effettivamente peggiorato gli uomini. Basta
considerare l'effetto che produce sopra i lettori della storia il carattere dei
principi cristiani scellerati in comparazione degli scellerati pagani, e così
dei privati {dei Patriarchi, Vescovi, e monaci greci (V. Montesquieu, Grandeur ec. Amsterd.
1781. ch. 22) o latini.} Le scelleratezze dei secondi non
erano per nessun modo in tanta opposizione coi loro principii. Morto il
fanatismo della pietà, e il primo fervore di una religione che si considera come
un'opinione propria, e una setta e cosa propria, e di cui perciò si è più gelosi
(anche per li sacrifizi che costava il professarla) l'uomo {in società} ritorna naturalmente malvagio, colla differenza che
quando gli antichi scellerati operavano o secondo i loro principii, o in
opposizione di massime confuse poco note e controverse, i cristiani operavano
contro massime certe stabilite definite, e di cui erano intimamente persuasi, e
l'uomo è sempre tanto più
81 scellerato quanto più sforzo
costa l'esserlo, massimamente contro {se} stesso, come
per contrario accade della pietà. E infatti {da} quando
il cristianesimo fu corrotto nei cuori, cioè presso a poco {da} quando divenne religione imperiale e riconosciuta per nazionale,
e passò in uomini posti in circostanze da esser malvagi, è incontrastabile che
le scelleratezze mutaron faccia e il carattere di Costantino e degli altri scellerati imperatori
cristiani, vescovi ec. è evidentemente più odioso di quello dei Tiberi dei Caligola ec. e dei Marii e dei Cinna ec. e di
una tempra di scelleraggine tutta nuova e più terribile. E secondo me a questo
cioè al cristianesimo si deve in gran parte attribuire (giacchè il guasto
cristianesimo era una parte di guasto incivilimento) la nuova idea della
scelleratezza dell'età media molto differente e più orribile di quella dell'età
antiche anche più barbare: e questa nuova idea si è mantenuta più o meno sino a
questi ultimi tempi nei quali l'incredulità avendo fatti tanti progressi, il
carattere delle malvagità si è un poco ravvicinato all'antico, se non quanto i
gran progressi e il gran divulgamento dei lumi chiari e determinati della morale
universale molto più tenebrosa presso gli antichi anche più civili, non lascia
tanto campo alla scelleraggine di seguire più placidamente il suo corso. {{V. p. 710 capoverso 1.}}