[884,1] È insigne a questo proposito un luogo di Temistio nell'Orazione
scoperta dal Mai πρὸς τοὺς
αἰτιασαμένους ἐπὶ τῷ δέξασϑαι τὴν ἀρχήν In eos a quibus ob praefecturam susceptam fuerat
vituperatus
*
cap. 25. Eccolo Kαὶ
τοῦτον ἄν τις ἐν δίκῃ προσείποι τὸν ϕιλάνϑρωπον ἀληϑῶς. Tῶν δὲ ἄλλων
Kῦρον μὲν ϕιλοπέρσην καλοῖ, ἀλλ᾽ οὐ ϕιλάνϑρωπον∙ ᾽Aλέξανδρον δὲ
ϕιλομακεδόνα, ἀλλ᾽ οὐ ϕιλάνϑρωπον∙ ᾽Aγησίλαον δὲ ϕιλέλληνα,
καὶ τὸν Σεβαστὸν ϕιλορώμαιον, ἄλλον δὲ ἄλλου γένους ἢ ἔϑνους ἐραστὴν οὗ
καὶ βασιλεὺς ἐνομίσϑη.
*
(regium dominatum exercuit. Maius.) Φιλάνϑρωπος δὲ ἁπλῶς καὶ βασιλεὺς ἁπλῶς, ὁ τοῦτο ζητῶν μόνον εἰ ἄϑρωπος
ὁ χρήζων[χρῄζων] ἐπιεικείας∙
*
(qui clementia indiget. Maius.)
καὶ μὴ εἰ Σκύϑης ἢ Mασαγέτης, ἢ τὰ καὶ τὰ
προηδίκησε
*
(Mediol. regiis typis. 1816. {inventore et interprete Angelo
Maio} p. 66. V. tutto quel capo, e parte del
resto, che tutto fa a questo proposito, ma, il luogo riferito principalmente, e
dà gran luce e tutta appropriata, al mio discorso. V. anche l'oraz.
10. di Temistio
dell'edizione Harduin. p. 132. B-C. e l'Oraz. 1. p.
885 6. B. citt. qui in margine dal Mai, come contenenti luoghi
paralleli al riportato.) Così egli lodando Teodosio magno. E infatti la filantropia, o amore
universale e della umanità, non fu proprio mai nè dell'uomo nè de' grandi
uomini, e non si nominò se non dopo che parte a causa del Cristianesimo, parte
del naturale andamento dei tempi, sparito affatto l'amor di patria, e
sottentrato il sogno dell'amore universale, (ch'è la teoria del non far bene a
nessuno) l'uomo non amò veruno fuorchè se stesso, ed odiò meno le nazioni
straniere, per odiar molto più i vicini e compagni, in confronto dei quali lo
straniero gli dovea naturalmente essere (com'è oggi) meno odioso, perchè si
oppone meno a' suoi interessi, e perch'egli non ha interesse di soverchiare,
invidiare ec. i lontani, quanto i vicini.