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[883,1]  Tornando al proposito, Platone nella Repubblica l. 5. (vedilo) dice: i Greci non distruggeranno certo i greci, non li faranno schiavi, non desoleranno le campagne, nè bruceranno le case loro; ma in quella vece faranno tutto questo ai Barbari. * E le Orazioni d'Isocrate tutte piene di misericordia verso i mali de' Greci, sono spietate verso i barbari, o Persiani, ed esortano continuamente la nazione e Filippo, a sterminarli. {+Sono notabilissime in questo proposito le sue due Orazioni Πανηγυρικός, e πρὸς Φίλιππον, dove inculca di proposito l'odio de' Barbari nello stesso tempo e per le stesse ragioni che l'amore dei greci, e come conseguenza di questo. V. specialmente quel luogo del panegirico, che comincia Eὐμολπίδαι δὲ καὶ Kήρυκες * , e finisce τῶν αὐτῶν ἔργων ἐκείνοις ἐπιϑυμῶμεν * , dove parla di Omero e de' Troiani, p. 175.-176. della edizione del Battie, Cambridge 1729. molto dopo la metà dell'orazione ma ancor lungi dal fine.} E questa opposizione di misericordia e giustizia verso i propri, e fierezza e ingiustizia verso gli stranieri, è il  884 carattere costante di tutti gli antichi greci e romani, e massime de' più cittadini, e assolutamente de' più grandi e famosi: nominatamente poi degli scrittori, anche i più misericordiosi, umani e civili.