[910,1] 6. Non solamente le virtù pubbliche, come ho
dimostrato, ma anche le private, e la morale e i costumi delle nazioni, sono
distrutti dal loro stato presente. Dovunque ha esistito vero e caldo amor di
patria, e massime dove più, cioè ne' popoli liberi, i costumi sono stati sempre
quanto fieri, altrettanto gravi, fermi, nobili, virtuosi, onesti, e pieni
d'integrità. Quest'è una conseguenza naturale dell'amor patrio, del sentimento
che le nazioni, e quindi gl'individui hanno di se stessi, della libertà, del
valore, della forza delle nazioni, della rivalità che hanno colle straniere, e
di quelle illusioni grandi e costanti e persuasive che nascono da tutto ciò, e
che vicendevolmente lo producono: ed ella è cosa evidente che la virtù non ha
fondamento se non se nelle illusioni, e che dove mancano le illusioni, manca la
virtù, e regna il vizio, {nello stesso modo che} la
dappocaggine e la viltà. Queste son cose evidenti nelle storie, ed osservate da
tutti i filosofi, e politici. Ed è tanto vero; che le virtù private si trovano
sempre in proporzione coll'amor patrio, e colla forza e magnanimità di una
nazione; e l'indebolimento di queste
911 cose, colla
corruttela dei costumi; e la perdita della morale si trova {nella storia} sempre compagna della perdita dell'amor patrio, della
indipendenza, delle nazioni, della libertà interna, e di tutte le antiche {e moderne} repubbliche: influendo sommamente e con
perfetta scambievolezza, la morale e le illusioni che la producono, sull'amor
patrio, e l'amor patrio sulle illusioni e sulla morale. È cosa troppo nota qual
fosse la depravazione interna de' costumi in Francia da
Luigi 14. il cui secolo, come ho
detto, fu la {prima} epoca vera della perfezione del
dispotismo, ed estinzione e nullità delle nazioni e della moltitudine, sino alla
rivoluzione. La quale tutti notano che ha molto giovato alla {perduta} morale francese, quanto era possibile 1. in questo secolo
così illuminato, e munito contro le illusioni, e quindi contro le virtù: 2.
secondo in tanta, e tanto radicata e vecchia depravazione, a cui la
Francia era assuefatta: 3. in una nazione {particolarmente} ch'è centro dell'incivilimento, e
quindi del vizio: 4. col mezzo di una rivoluzione operata in gran parte dalla
filosofia, che volere o non volere, in ultima analisi è nemica mortale della
virtù, perch'è amica anzi quasi la stessa cosa colla ragione, ch'è nemica della
natura, sola sorgente della virtù. (30. Marzo - 4. Aprile
1821.)