[917,1] E la verità di tutte queste cose, e come l'uso o la
necessità della schiavitù {in un popolo libero} abbia
la sua ragione immediata non nella libertà, ma precisamente nella uguaglianza
{interna} di esso popolo, si può vedere
manifestamente per questa osservazione, la quale dà molta luce a questo
discorso. Arriano (Histor. Indica, cap. 10.
sect. 8 - 9. edit. Wetsten. cum
Expedit. Alexand.
Amstelaed. 1757. cura Georg. Raphelii, p. 571.) dice fra le cose che
si raccontavano degl'Indiani: Eἶναι δὲ (λέγεται) καὶ
τόδε μέγα ἐν τῇ ᾽Iνδῶν γῇ, πάντας ᾽Iνδους εἶναι ἐλευϑέρους, οὐδέ τινα
δοῦλον εἶναι ᾽Iνδόν∙ τοῦτο μὲν Λακεδαιμονίοισιν ἐς ταυτὸ συμβαίνει καὶ
᾽Iνδοῖσιν∙
*
(qua quidem in re Indis cum Lacedęmoniis convenit.
Interpres.) Λακεδαιμονίοις μὲν γε οἱ εἵλωτες δοῦλοί
εἰσιν, καὶ τὰ δοῦλων ἐγράζονται∙ ᾽Iνδοῖσι δέ, οὐδὲ ἄλλος δοῦλός ἐστι,
μήτοιγε ᾽Iνδῶν τις
*
(μήτοιγε nedum.
Index vocum)
918 Osservate subito che questa cosa pare ad Arriano maravigliosa e singolare. Poi
osservate, che gl'indiani erano liberi, cioè parte avevano monarchie, ma
somiglianti a quella primitiva di Roma ch'era una specie
di Repubblica, {e alle antichissime monarchie greche;}
parte erano πόλιες
αὐτόνομοι
*
città libere e indipendenti assolutamente. (Id. ibid. c. 12. sect. 6. {et
5.} p. 574.) Qual era dunque la cagione di questa singolarità?
Sebbene Arriano non l'osserva, ella
si trova però in quello ch'egli soggiunge immediatamente. Ed è questo:
Nενέμηνται δὲ οἱ πάντες ᾽Iνδοὶ ἐς ἑπτὰ μάλιστα
γενεάς
*
Distinguuntur autem Indi omnes in
septem potissimum genera hominum
*
(interpres.), ossia,
caste. (Id. ib. c. 11. sect. 1. p. 571.) La
prima de' sofisti {(σοϕισταί
*
),} la seconda degli agricoltori (γεωργοί
*
), la terza de' pastori e bifolchi (νομέες, οἱ ποιμένες τε καὶ βουκόλοι
*
), la 4.ta
opificum et
negotiatorum
*
(δημιουργικόν τε καὶ
καπηλικὸν γένος
*
), la quinta dei militari (οἱ πολεμισταί
*
) i quali non avevano che a far la guerra quando
bisognava, pensando gli altri a fornirli di armi, mantenerli, pagarli (tanto
in tempo di guerra che di pace) e prestar loro tutti quanti gli uffizi
castrensi, come custodire i cavalli, condurre gli elefanti, nettare le armi,
fornire e guidare i cocchi, sicchè non restava loro che le pure funzioni
guerriere; episcoporum sive
inquisitorum
*
(οἱ ἐπίσκοποι
καλεόμενοι
*
), specie d'ispettori di polizia, i quali non potevano
919 riferir niente di falso, e nessun indiano fu incolpato mai di
menzogna
*
οὐδέ τις ᾽Iνδῶν αἰτίην ἔσχε ψεύσασϑαι
*
(c. 12.
sect. 5. p. 574. fine); la settima finalmente οἱ ὑπὲρ
τῶν κοινῶν βουλευόμενοι ὁμοῦ τῷ βασιλεῖ, ἢ κατὰ πόλιας ὅσαι
αὐτόνομοι
*
, (liberae. interpres) σὺν τῇσιν
ἀρχῇσιν
*
: casta per sapienza e giustizia (σοϕίῃ καὶ δικαιότητι
*
) sopra tutti prestante, dalla quale si
sceglievano i magistrati, i
regionum praesides
*
(νομάρχαι
*
), i prefetti (ὕπαρχοι
*
), i
quęstores
*
(θησαυροϕύλακες
*
), i στρατοφύλακες
*
(copiarum duces
*
),
ναύαρχοί τε, καὶ ταμίαι, καὶ τῶν κατὰ γεωργίην
ἔργων ἐπιστάται
*
. (ib. c. 12.
sect. 6.-7.) Ecco dunque la ragione perchè gl'indiani non usavano
schiavitù. Perchè sebben liberi, non avevano l'uguaglianza.