[946,2] 2. Come dal fatto così è chiaro anche dalla ragione.
Chi non pensa da se, chi non cerca il vero co' suoi propri lumi, potrà forse
credere in una cosa a questo, in un'altra a quello, e non curandosi di
rapportare le cose insieme, e di considerare come possano esser vere
relativamente fra loro, restare affatto senza sistema, e contentarsi delle
verità particolari, e staccate, e indipendenti l'una dall'altra. E questo ancora
è difficilissimo, perchè il fatto e la ragione dimostra, che anche questi tali
si formano sempre un sistema comunque, sebbene possano forse talvolta esser
pronti a cangiarlo, secondo le nuove cognizioni, o nuove opinioni che loro
sopraggiungano. Ma il pensatore non è così. Egli cerca naturalmente e
necessariamente un filo nella considerazione delle cose. È impossibile
947 ch'egli si contenti delle nozioni e delle verità del
tutto isolate. E se se ne contentasse, la sua filosofia sarebbe trivialissima, e
meschinissima, e non otterrebbe nessun risultato. Lo scopo della filosofia (in tutta l'estensione di
questa parola) è il trovar le ragioni delle verità. Queste ragioni non si
trovano se non se nelle relazioni di esse verità, e col mezzo del generalizzare.
Non è ella, cosa notissima che la facoltà di generalizzare costituisce il
pensatore? Non è confessato che la filosofia consiste nella speculazione de'
rapporti? Ora chiunque dai particolari cerca di passare ai generali, chiunque
cerca il legame delle verità (cosa inseparabile dalla facoltà del pensiero) e i
rapporti delle cose; cerca un sistema; e chiunque è passato ai generali, ed
{ha} trovato o creduto di trovare i detti rapporti,
ha trovato o creduto di trovare un sistema, o la conferma e la prova, o la
persuasione di un sistema già prima trovato o proposto: {un
sistema più o meno esteso, più o meno completo, più o meno legato, armonico,
e consentaneo nelle sue parti.}