Nella conversazione, meglio è lasciar gli altri scontenti di se, che contenti.
In conversation it is better to let others remain discontent with you, rather than content.
2271,1[2271,1] Il partire, il restare contenti di una persona, non
vuol dire, e non è altro in sostanza che il restar contenti di se medesimi. Noi
amiamo la conversazione, usciamo soddisfatti dal colloquio ec. di coloro che ci
fanno restar contenti di noi medesimi, in qualunque modo, o perchè essi lo
proccurino, o perchè non sappiano altrimenti, ci diano campo di figurare. ec.
Quindi è che quando tu resti contento di un altro, ciò vuol dire in ultima
analisi che tu ne riporti l'idea di te stesso superiore all'idea di colui. Così
che se questo può giovare all'amore verso quella tal persona, ordinariamente
però non giova nè alla stima, nè al timore, nè al peso, nè al conto, nè all'alta
opinione ec. cose che gli uomini in società desiderano di riscuotere dagli altri
uomini assai più che l'amore.
2272 (E con ragione,
perchè l'amore verso gli altri è inoperoso, non così il timore, l'opinione, il
buon conto ec.) E però volendo farsi largo nel mondo, solamente i giovanetti e i
principianti cercano sempre di lasciar la gente soddisfatta di se. Chi ben
pensa, proccura tutto il contrario, e sebben pare a prima vista che quegli il
quale parte malcontento di voi porti con se de' sentimenti a voi sfavorevoli,
nondimeno il fatto è che egli suo malgrado, e senza punto avvedersene, {+anzi e desiderando e cercando e credendo
il contrario,} porta de' sentimenti a voi favorevolissimi secondo il
mondo, giacchè l'esser malcontento di voi, non è per lui altro che esser
malcontento di se stesso rispetto a voi, e quindi in un modo o nell'altro tu
nella sua idea resti superiore a lui stesso (che è quello appunto che gli dà
pena); e gl'impedisci di ecclissar la opinione di te, con l'opinione e
l'estimazione di se. Ne seguirà l'odio, ma non mai il disprezzo
2273 (neppur quando tu l'abbia fatto scontento con
maniere biasimevoli, ed anche villane); e il disprezzo, o la poca opinione, è
quello che in società importa soprattutto di evitare; e il solo che si possa
evitare, perchè l'odio non è schivabile; essendo innato nell'uomo e nel vivente
l'odiare gli altri viventi, e massime i compagni; non è schivabile per quanta
cura si voglia mai porre nel soddisfare a tutti colle opere, colle parole, colle
maniere, e nel ménager, e cattivare, e studiare, e
secondare l'amor proprio di tutti. Laddove il disprezzo verso gli altri non è
punto innato nell'uomo: bensì egli desidera di concepirlo, e lo desidera in
virtù dell'odio che porta loro; ma dipendendo esso dall'intelletto, e da' fatti,
e non dalla volontà, si può benissimo impedire. {+Tutti questi effetti sono maggiori oggidì di quello che
mai fossero nella società, a causa del sistema di assoluto e universale e
accanito e sempre crescente egoismo, che forma il carattere del
secolo.}
(22. Dic. 1821.).
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