[1601,1]
1601 Ora che la civiltà abbia realmente e grandemente
pregiudicato, e continuamente pregiudichi al corpo umano, e ne attenui il
valore, ve ne hanno mille altre prove, ma considereremo solamente questa. Non
può negarsi quello che tanti antichi degnissimi di fede, e anche testimoni
oculari raccontano delle straordinarie corporature de' Galli e de' Germani prima
che fossero civilizzati. Ora mediante la civiltà essi son ridotti alla forma
ordinaria, e si può ben credere che così sia avvenuto agli altri popoli la cui
civilizzazione è più antica. Lascio gli atleti greci e romani, delle cui forze
v. Celso. Delle forze ordinarie de' soldati romani v. Montesquieu
Grandeur ec. ch. 2. p. 15. nota, p. 16.
segg. Che la nosologia degli antichi fosse più scarsa di quella de'
moderni, è visibile. Ma essi eran già molto civilizzati, massime a' tempi p. e.
di Celso. La nosologia de' popoli
selvaggi è di ben poche pagine, e il loro stato ordinario di salute e di
robustezza, è cosa manifesta a chiunque li visita, e ciò anche ne' più difficili
climi. Insomma egli è più che evidente che la nosologia cresce di volume,
1602 e la salute umana decresce, in proporzione della
civiltà. Questo si vede anche nelle razze de' cavalli, de' tori ec. che passati
dalle selve alle nostre stalle, e ad una vita meno incivile, indeboliscono e
degenerano appoco appoco. Lo stesso dico delle piante coltivate con cura ec.
Esse acquisteranno in delicatezza ec. ec. ma perderanno sempre in forza, e se
per quella delicatezza saranno meglio adattate a' nostri usi (massime nel nostro
stato presente, sì diverso dal naturale), ciò non prova che non sieno
degenerate. Effettivamente la principal qualità naturale, la principal
perfezione materiale voluta e ordinata dalla natura in tutto che vive o vegeta,
{+non è la delicatezza ec. ma}
il vigore {relativo
a ciascun genere di esseri.} Il vigore è salute {+v. p.
1624.} il vigore è potenza, è facoltà di eseguire completamente
tutte le convenienti operazioni ec. ec. è facilità di vivere; il vigore insomma
è tutto in natura: e la natura non è principalmente e caratteristicamente
delicata, ma forte rispettivamente e proporzionatamente alla capacità ec. di
ciascuna sua parte. (31. Agos. - 1. Sett. 1821.). {{V. p. 1606. fine.}}