Difettose (persone) non sono chiamate per lo più, che col nome del loro difetto: e perchè.
People with defects are called for the most part by the name of their defect and why.
2441,1[2441,1] Non si nomina mai più volentieri, nè più volentieri
si sente nominare in altro modo chiunque ha qualche riconosciuto difetto o
corporale o morale, che pel nome dello stesso difetto. Il sordo, il zoppo, il
gobbo, il matto tale. Anzi queste persone non sono ordinariamente chiamate se
non con questi nomi, o chiamandole pel nome loro fuor della loro presenza, è ben
raro che non vi si ponga quel tale aggiunto. Chiamandole o udendole chiamar
così, pare agli uomini d'esser superiori a questi tali, {godono dell'immagine del loro difetto,} sentono e si ammoniscono in
certo modo della propria superiorità, l'amor proprio n'è lusingato e se ne
compiace. Aggiungete l'odio eterno e naturale dell'uomo verso l'uomo che si
pasce
2442 e si diletta di questi titoli ignominiosi,
anche verso gli amici {o gl'indifferenti.} E da queste
ragioni naturali nasce che l'uomo difettoso com'è detto di sopra, muta quasi il
suo nome in quello del suo difetto, e gli altri che così lo chiamano intendono e
mirano indistintamente nel fondo del cuor loro a levarlo dal numero de' loro
simili, o a metterlo al di sotto della loro specie: tendenza propria {+(e quanto alla società, prima e
somma)} d'ogn'individuo sociale. {+Io mi sono trovato a vedere uno di persona difettosa,
uomo del volgo, trattenersi e giocare con gente della sua condizione, e
questa non chiamarlo mai con altro nome che del suo difetto, tanto che il
suo proprio nome non l'ho mai potuto sentire. E s'io ho veruna cognizione
del cuore umano, mi si dee credere com'io comprendeva chiaramente che
ciascuno di loro, ogni volta che chiamava quell'uomo disprezzatamente con
quel nome, provava una gioia interna, e una compiacenza maligna della
propria superiorità sopra quella creatura sua simile, e non tanto dell'esser
- p. 2449. marg.
{libero da quel
difetto, quanto del vederlo e poterlo deridere e rimproverare in quella
creatura, essendone libero esso. E per quanto frequente fosse nelle loro
bocche quell’appellazione, io sentiva e conosceva ch’ella non usciva
{mai} dalle loro labbra senza un tuono
esterno e un senso e giudizio interno di trionfo e di
gusto.}}
(13. Maggio 1822.).
